Il monachicchio

Il Monachicchio o monacello (piccolo monaco) nelle forme italianizzate, o lu Munaciell, Munacidd, Munacidde, Munacedde, Municeddhu, Municaridde, Laurieddhu, Scazzamurrieddhru, Mazzemarill ( e chissà quante altre varianti dialettali) sono tutti i nomi riferiti ad un unica “figura” leggendaria.

Cos’è il monachicchio

Secondo la leggenda, il Monachicchio è lo spirito di un bambino morto prima di essere battezzato. Questo spiritello viene descritto spesso con l’aspetto gentile e un viso bello con in testa un lungo cappello rosso. Dicono che appaia principalmente ai bambini con i quali trascorre molto tempo a giocare e divertirsi.

Monachicchio - Monachello

La sua presenza spesso non arrecava fastidio, poiché si manifesta di notte sotto forma di un folletto molto vivace, giocoso e scherzoso. Tra i suoi scherzi preferiti c’è il tirare le coperte dal letto, fare il solletico ai piedi, dare pizzicotti, tirare i capelli, pungere e fischiare nelle orecchie come zanzare.

Scherzi innocui certo, ma spesso però può risultare invece fastidioso. Molto fastidioso. Alcuni raccontano che durante la notte può arrivare a spostare cuscini o coperte per soffiare nelle orecchie. Neanche gli animali sono tranquilli, si diletta anche ad annodare i peli delle code di asini e dei muli oppure le criniere dei cavalli; naturalmente poi se la spassa nell’osservare i poveri contadini che pazientemente cercano di sciogliere i suoi nodi.

Solitamente, il Monachicchio viene descritto come una figura giocosa, scherzosa e vivace. Tuttavia, ascoltando altre testimonianze, pare che sia tutt’altro che giocoso. Arriverebbe addirittura a sedersi pesantemente sul petto dei malcapitati con la conseguente difficoltà a respirare. Svegliarsi nel cuore della notte senza ossigeno non è proprio una bella sensazione.

Come proteggersi dai suoi scherzi notturni

Sembra che il Monachicchio tenga molto al suo copricapo e nonostante si muova rapidamente, faccia di tutto per non farlo mai cadere dalla testa.
L’unico metodo per proteggersi quindi dalle sue burle è proprio cercare di afferrargli il cappuccio.

Bambino Spaventato Monachicchio

Togliendogli il cappello dalla testa, infatti cambierà immediatamente atteggiamento e farà di tutto per riaverlo. Lacrime, disperazione e promesse da marinaio. Ma se si trova la forza di non mollare la presa, il suo cappello rosso può trasformarsi in vera e propria merce di scambio.

Potrebbe infatti rivelare anche dove è nascosto uno dei suoi tesori. Fino a quando il cappuccio non è sulla sua testa, il monachicchio obbedirà ai tuoi ordini ma, non appena recupererà il suo amato copricapo, scapperà via con grandi salti e, ovviamente, non manterrà la sua promessa.

Non solo nel Sud Italia

Contrariamente a quando si pensa, questa figura di “piccolo spiritello” non è relegata solo al sud Italia, ma esistono tracce in moltissime altre zone. Ad esempio in Toscana c’è la figura del Buffardello che similmente agisce di notte, lanciando urla sgradevoli e compiendo scherzi e dispetti a danno di persone e animali domestici.

In Romagna, esiste la figura del Mazapégul. Quest’entità è un vero esperto nel causare pesantezza addominale e generare incubi terribili, ma le sue malefatte non si fermano qui. Di notte, il Mazapégul è famoso per mangiare pane e formaggio, espletare i propri bisogni sul letto dei dormienti e persino urlare oscenità nelle orecchie delle persone mentre dormono.

Ma esistono personaggi simile anche all’estero. Si trova di simile anche nell’Irlanda del Nord. Il Redcap (Berretto rosso) o Bloody Cap. Si dice che viva nei castelli tra Inghilterra e Scozia. Tuttavia, questa piccola creatura dal cappello rosso e gli stivali di ferro sembra essere estremamente più violenta e persino pericolosa per la vita del malcapitato.
Molto simile al Kobold della mitologia Germanica

Ma da dove proviene il Monachicchio?

La figura del Monachicchio è molto simile ad un folletto: piccolo, dispettoso e con il cappuccio. Rappresenta in un certo senso una reinterpretazione del Lare romano, lo spirito protettore della casa. Ma presenta un’interessante fusione di diverse figure mitologiche dell’antichità: unisce elementi tipici di Faunus, del Genius loci, e delle Larve – Lemuri romani.

Il Monachicchio

Il Lare/ Lemuri romani ad esempio, hanno il compito di proteggere tesori, difendere la casa e possono donare ricchezza (anche se talvolta si tratta di pentole rotte) e possono anche incutere paura. Similmente all’Incubus degli antichi romani, si posiziona sul ventre e ne impedisce il respiro.

Andando poi più indietro nel tempo, il Monachicchio, presenta notevoli somiglianze con il greco Telesphoros figlio di Asclepio, dio della convalescenza. Una divinità di bassa statura raffigurata come un bambino o un nano con un cappuccio. Ci sarebbe anche un equivalente nella cultura etrusca.

Il Monachicchio moderno

È nel libro “Leggende napoletane” (1895) di Matilde Serao, che nasce il mito del Monachicchio. A Napoli, la giovane e bella Caterina, figlia di un ricco mercante, si innamora di Stefano, un giovane perditempo. Una breve storia d’amore contrastata. Breve perché Stefano fu presto ucciso e Caterina trova conforto in un convento dove qualche tempo dopo mette alla luce un bambino deforme e con un corpo minuscolo. Le suore la esortano a pregare in segno di devozione e Caterina decide di far indossare al piccolo, un abitino nero da monaco. Il bambino però, forse per la sua deformità, verrà poi abbandonato dalla madre, crescendo da solo e lontano da tutti.

Il Monachicchio

Dopo alcuni anni, il piccolo monaco scompare e, viene ritrovato morto in un canale. In seguito alla sua morte, si sarebbe trasformato in uno spirito che inizia a manifestarsi al popolo napoletano, facendo loro piccoli dispetti.

Ma del Monachicchio ne parla anche Carlo Levi nel suo Cristo si è fermato a Eboli: «I monachicchi sono esseri piccolissimi, allegri, aerei: corrono veloci qua e là, e il loro maggior piacere è di fare ai cristiani ogni sorta di dispetti. [..]».

Brutte notizie per noi

Ieri ne parlavamo e stanotte è apparso

Non è mia intenzione spaventarti, ma sembra che ogni volta che qualcuno menzioni il Monachicchio o ne parli, l’infelice figura poi faccia una visita notturna inaspettata.

Ovviamente, quanto più si teme la sua presenza, tanto più lui si manifesta e si fa vedere.

Donna spaventata da Il Monachicchio

Siamo davvero nei guai!
Forse avrei dovuto inserire un avviso all’inizio dell’articolo, qualcosa come “Attenzione: non leggere questo articolo“. Ma ormai il danno è fatto.

Ora ci attende una notte insonne, piena di scherzi e burle. Tuttavia, non tutto il male viene per nuocere; ricordiamoci del cappello rosso e del tesoro da richiedere in cambio. Chissà, magari domani mattina ci sveglieremo più ricchi e contenti. Nessuno può saperlo!

Se questo dovesse essere il mio ultimo articolo, significherebbe che ho guadagnato abbastanza per lasciare tutto e intraprendere un lunghissimo viaggio.

Chissà, davvero.

R.

La copertina: Johann Heinrich Füssli – The Nightmare L’incubo (1781, Detroit Institute of Arts)

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Sian pur meravigliose le leggende, vere il poeta con arte le rende. -- GOETHE
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